Che sarebbe stata una gara tutta in salita Corrado Peloso e Iuri De Felice lo hanno capito presto. Metà prova della prima delle sei speciali del 56° Rally del FriuliVenezia Giulia e l'idroguida della 208 Gliese ha detto basta. Al fine prova di Mersino mancano ancora otto chilometri e guidare in quelle condizioni una moderna auto da corsa è stato un calvario. Se ne vanno prima i secondi e poi i minuti perché prima di poterla sostituire in parco assistenza c'è ancora una prova. Dopo due speciali sono decimi a 1'58" da De Sabbata che guida con 29"1 su Lorenzo Ancillotti, terzo uomo della classifica CiWrc riservata alle R2.
Rimessa a posto l'idroguida ci sarebbe stato tutto il tempo di racimolare punti importanti recuperando posizioni in classifica se non fosse che nell'ultima speciale è il motore a dire basta. Un'unità nuova di zecca che si rompe: cose già viste nei propulsori Peugeot montati da anni sulle 208 R2. C'è di buono che in chiave campionato Corrado resta leader davanti a Vincenzo Massa (non al via del Friuli scelta come gara scarto) e a Lorenzo Ancillotti (solo nono dopo aver rotto un cerchio sul secondo passaggio dell'insidiosa Mersino).
"È stato uno di quei rally nei quali non ne va dritta una - racconta Corrado -. Dopo la rottura dell'idroguida abbiamo anche pensato di fermarci, in fondo una gara scarto la dobbiamo ancora giocare. Ma poi abbiamo deciso di provarci sino alla fine. Ci è andata male ma lottare è importante soprattutto per il morale. Ci siamo fermati perché il motore ha detto basta ma io, Iuri e la squadra ne usciamo comunque con la testa della classifica di campionato. Ci restano due gare prima della fine del campionato e zero scarti. E questo vale per me, per Massa e per Ancillotti. È il bello dei campionati".
Il 17 settembre, al San Martino di Castrozza, Peloso guarderà di nuovo tutti dall'altro della classifica. Poi, non dovesse bastare, ci sarà sempre Trofeo Aci Comodi ottobre (gara a massimo coefficiente) per dare una sistemata alla classifica.