Con la partenza del Ciocchetto, finisce la stagione rally 2020. Una stagione "disgraziata" ma per il periodo drammatico vissuto in tutto il mondo che ha portato, fra le altre cose ben più importanti, allo stop assoluto dei rally da marzo ai primi di luglio. Concentrando tutte le gare nel secondo periodo dell'anno, si sono riusciti a svolgere tutti i campionati, anche se per forza di cose in modo ridotto come eventi e come chilometraggio, con la grossa mancanza del pubblico, non ammesso agli eventi. Stagione quindi salvata? Chiediamolo ai numeri e starà poi a noi decidere se nascondersi dietro l'unico dato positivo, quello della media di iscritti per singola gara, oppure realizzare che, nonostante sia andato quasi tutto bene nei sei mesi che si è corso, il ridimensionamento della specialità causato dalle misure anti Covid è stato pesante.
E' fuori discussione comunque che l'Italia ha reso possibile comunque uno svolgimento di una stagione agonistica che a un certo punto veniva data per cancellata definitivamente. Di questo ne ha merito sicuramente l'ACI nella persona del suo presidente Sticchi Damiani, tutti gli organizzatori che hanno rischiato e ce l'hanno fatta e tutti i piloti che con la loro numerosa partecipazione a tutti gli eventi, hanno salvato la stagione non solo nazionale, ma anche quella internazionale.
Commentiamo quindi i numeri di questa stagione agonistica confrontandola con tutti i dati degli anni precedenti, a partire dal 2011, l'unico anno che non ha subito la crisi economica dell'ultimo decennio.
Facciamo sempre riferimento ai partenti nei rally moderni svolti in Italia.
Partiamo con il numero totale degli eventi organizzati, in modo da rendere evidente il "danno" portato dallo stop forzato dell'attività rallystica nel periodo marzo – giugno, 4 mesi di stop totale: gli eventi rallystici organizzati sul suolo italiano sono stati 45, contro i 116 dello scorso anno. E già questo numero è il biglietto da visita dei prossimi grafici, senza bisogno di scomodare il 2011 con i suoi 152 eventi. Abbiamo sempre detto che i rally in Italia erano troppi, ma non di certo ci aspettavamo questi numeri …..
Questo numero ridotto di eventi, anche se sono sembrati tanti perché svolti uno ridosso all'altro in pochi mesi, ha portato all'inevitabile calo di partenti complessivi, misurabile in una spietata riduzione del 52% dei partenti: 4.002 partenti nel 2020, contro gli oltre 8.400 degli ultimi anni, ben lontani certo dai quasi 12.000 partenti del 2011. Ma così è ….
Cerchiamo di salvarci in corner e confrontiamo i partenti nel secondo semestre dell'anno, quello che in effetti si è corso quest'anno. I 3.735 partenti del 2020 sono stati circa il 18% in meno dello scorso anno (4.555) ed hanno influenzato positivamente la media dei partenti per ogni gara, che vediamo nel prossimo grafico.
Ci siamo tenuti per ultimo il grafico del bicchiere mezzo pieno, quello relativo alla media dei partenti per ogni rally disputato. La risposta da parte degli equipaggi al freno imposto dal Covid è stata convincente portando ad una media di 89 partenti per ogni rally disputato quest'anno contro i 73 del 2019 e i 67 del 2018. Un valore quindi assoluto, che nemmeno il 2011 era riuscito ad ottenere con 78 partenti di media, anche se in ben 152 eventi, contro i 45 del 2020.