Il diciannovenne figlio d'arte si ferma in trasferimento, per noie tecniche, al Città di Arezzo così come il pilota della Seicento, fuori dopo la prima, al Vigneti Monferrini.
Rosà (VI), 09 Agosto 2021 – Peggio di così non poteva andare a Rally Team, reduce da uno dei fine settimana più neri, se non il più sfortunato dell'intera stagione agonistica in corso.
Due erano i portacolori della scuderia di Rosà, a partire dal giovane Pierluigi Frare che si trovava davanti un autentico teatro del rallysmo mondiale, in un Rally Città di Arezzo, Crete Senesi e Valtiberina che si disputava su prove speciali che hanno fatto la fortuna del Sanremo.
Reduce da uno sfortunato San Marino la dea bendata decideva di accanirsi ancora sul diciannovenne figlio d'arte, su una Mitsubishi Colt CZ3 gruppo N con Andrea Musolesi.
Nemmeno il tempo di arrivare a tuffarsi sulla prima "Alpe di Poti" che per il pilota della trazione anteriore nipponica, seguita sul campo da La Marca Racing, si verificava il cedimento della pompa della frizione che consigliava a tutti il ritiro, evitando di correre rischi troppo elevati.
Un secondo zero che vede sfumare ogni ambizione nel Campionato Italiano Rally Terra.
"Durante lo shakedown è andato tutto bene" – racconta Luca Frare (padre di Pierluigi) – "e Pierluigi era ansioso di poter provare ad affrontare queste speciali che han fatto la storia dei rally. Purtroppo, in trasferimento verso la prima prova speciale del Sabato, ha ceduto la pompa della frizione. Essendo che questa, sulla Colt, è anche pompa di recupero olio freni Pierluigi si sarebbe trovato ad affrontare una speciale lunga ed insidiosa con il solo freno a mano, senza frizione e senza impianto frenante funzionante. Era un rischio troppo grosso da correre, pur sapendo che dopo ci sarebbe stato un parco assistenza dove poter risolvere il danno. Davvero un peccato perchè il percorso era bellissimo, lo ho visto con i miei occhi. Ora il Campionato Italiano Rally Terra è compromesso e, nei prossimi giorni, valuteremo se andare al Liburna."
Delusione che unisce idealmente tutto il centro e nord Italia di Rally Team, dalla Toscana ad un Piemonte dove Mauro D'Amico attendeva con ansia la partecipazione al Rally Vigneti Monferrini, valevole come nona edizione del trofeo 600 per un Sorriso.
Il pilota di Montecchio Maggiore, sulla Fiat Seicento gruppo A seguita da Race Group e condivisa con Isabella Placido, partiva determinato ma il cedimento del selettore del cambio, al termine della prima prova in programma, chiudeva anzitempo una partita molto ambita.
"Il Vigneti Monferrini è una gara molto sentita per tutti i seicentisti d'Italia" – racconta D'Amico – "in quanto vede sempre un notevole gruppo di partenti al via, nel relativo trofeo organizzato per beneficenza da Mattia Casarone. Gara strana quest'anno, soltanto in dieci a prendere il via, ma ci tenevamo lo stesso a ben figurare. Dopo lo shakedown eravamo molto contenti della nostra Seicento e sapevamo, tempi alla mano, di poterci giocare le posizioni di vertice. Domenica, dopo poche curve, il feeling era già ottimo ma la nostra felicità si è spenta quasi alla fine della prima prova speciale. Abbiamo rotto il selettore del cambio, un pezzo di poco valore economico ma che ci ha costretto a fermarci. Grazie di cuore a Race Group ed a Bergamin Racing Team."