Ben Sulayem lancia l'allarme sulle condizioni di salute del massimo campionato rally
Non appena entrato in carica lo scorso 17 dicembre Mohammed Ben Sulayem ha cominciato a dettare i punti del suo programma. Le priorità che la Federazione Internazionale dovrà affrontare da qui in avanti per cercare di migliorare le competizioni automobilistiche nel loro complesso.
In particolare l'ex pilota di Dubai si è soffermato sul WRC. "Sono un uomo che viene dai rally, quindi non posso dimenticarlo", ha sostenuto evidenziando i limiti della disciplina per come è organizzata al momento.
"Non basta avere 2 costruttori e mezzo in un campionato importante come questo", il suo sprone ad agire. "Non possiamo pensare che la gente venga da sola. Dovremo andare noi a bussare alle porte delle Case e cercare di diventare attraenti".
Se di recente l'allora responsabile di categoria Yves Matton aveva ipotizzato dei nuovi ingressi non prima del 2023, il neo insidiato timoniere della FIA ha fatto intendere che grazie al suo personale intervento i tempi si potranno velocizzare.
Primo dettaglio da rivedere sono i costi, per molti proibitivi o poco giustificabili. Sicuramente un elemento che continua a scoraggiare i produttori di macchine ad investire nel traverso.
"E' necessario trovare il modo per controllarli", ha asserito il 60enne. "Ho guidato personalmente una Rally 3. Certo, non ha la stessa velocità di una Rally 1, ma fa il suo lavoro e il prezzo è decisamente più contenuto".
Interessato ad intervenire altresì sul prezzo dei veicoli di livello base implementando al contrario la sicurezza, il presidente ha infine ribadito la rilevanza di questi provvedimenti per poter avvicinare Paesi come Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina e i loro giovani driver.
Chiara Rainis