Sotto due operai smontavano
pigramente il palco e un paio di vetture ancora restavano
addormentate nel parco chiuso. Anche questa edizione del Rally
del Ciocco ha chiuso i battenti. Una bellissima gara
combattuta su strade che sono tra le migliori del CIR con i
migliori protagonisti del nostro rallysmo, il corpo di élite,
la guardia repubblicana del nostro sport.
Grande Basso, il più veloce,
grande Ucci il più tattico, grande Longhi una guida stupenda,
grande il Dalla che ha sfoderato una grinta da vero campione
coadiuvato da una vettura perfetta, fantastico Dati finchè c’è
stato, poi Rossetti che appena trovato il giusto set-up ha
sfoderato tempi da brivido, CantaLuka influenzato con due
occhi come due patate e il dietro della vettura simile alla
macchina di Paperino, poi Ceccoli che sta crescendo bene e
tutti gli altri tra cui gli under Gamba e Bettega molto bravi.
Uno spettacolo, ma uno
spettacolo che il pubblico sembra non aver gradito per niente…
Sono rimasto veramente deluso dalla magra affluenza di quel
pubblico traboccante che eravamo da tempo abituati a vedere
nelle gare del CIR. Eppure cosa manca? Difficile dirlo, ma
facile constatare che le presenze sono diminuite in maniera
impressionante. Solo poco tempo fa il pubblico era lo
spauracchio di tutti, si pregava invano che ce ne fosse poco e
ho ancora impresso nella mente il mare che si apriva davanti
al cofano impedendo di vedere la strada.
Si chiaro che le macchine
erano forse più spettacolari, ma preferisco vedere 10-15
piloti che lottano tra loro che una o due WRC magari guidate
da gentleman che sanno solo tirare il freno a mano nei
tornantini. Evidentemente il pubblico non gradisce la pulizia
di guida che necessita per essere redditizi con le vetture
odierne. Oppure forse manca la base, la struttura per creare
dei personaggi che possano essere graditi dal pubblico e
ridevo ogni volta come un matto a vedere Ucci che entrava in
parco sul motorino col bavero rialzato e il giallo berretto
abbassato per non farsi vedere dagli assenti tifosi. Era
impressionante e tetro vedere che non c’era nessuno. Il grigio
storico baffo si aggirava davanti al tabellone dei tempi tra
l’altro sempre male aggiornato, pensando forse che era molto
meglio dare ordini ad Auriol e Sainz che sentire le mie
bordate su vecchie questioni non ancora del tutto digerite.
Il problema principale
secondo il mio punto di vista è che in giro ci sono sempre gli
stessi, un po’ come la prima repubblica e l’impressione che ho
è che si tiri troppo a campare, forse come diceva la canzone
“Felicità a momenti e futuro incerto”.
Certo si è fatto qualcosa a
livello televisione e ben venga, ma penso che poi il resto non
esista, forse si è volutamente tenuto da parte il pubblico ma
ci si è scordati che il nostro è uno spettacolo e se un circo
chiude le porte al pubblico gli animali muoiono di fame, che è
quello che mi sembra di vedere.
L’ossessione televisiva del
calcio e della Formula uno hanno ormai soffocato tutto il
resto, ma mi sembra impossibile che una struttura che costa
come l’ACIsport non riesca a far dire al TG “Oggi si è
disputato il Rally del Ciocco ha vinto Andreucci su Fiat
Punto….. FINE”.
Non abbiamo una manciata di
Euro da mettere in tasca a qualcuno per raggiungere lo scopo?
Perché non si prende una bella radio tipo ad esempio 105 o RTL
e gli si fa fare una diretta con aggiornamenti sulla gara in
cambio di pubblicità sulle vetture? Bisogna interessare tutti
non solo gli sfegatati. Perché non c’è nessuna coordinazione
tra chi corre e gli uffici pubblicitari delle case impegnate?
Due addetti della Citroen
vagavano sperduti nel parco, chiedendosi probabilmente quale
utilità ci fosse investire in uno squallido spettacolo come
quello. La Fiat corre a livello ufficiale e i rally li
usa nella pubblicità del Ducato mettendoci tra l’altro una
Subaru, ma siamo matti?
Quando le Delta vincevano te
le mettevano anche nel caffelatte e la Lancia vendette 15.000
esemplari di un modello che era in estinzione. Sono cambiate
le strategie oppure si sono rotti i collegamenti e nessuno è
in grado di ripristinarli o è motivato per farlo?
Dobbiamo investire sul futuro
e dobbiamo credere nel futuro, per questo serve gente giovane
e motivata che affianchi gli attuali addetti ai lavori, ed
invece mi pare che di ricambi non ci sia nulla, siamo tutti
gli stessi che c’erano 25 anni fa con la sola differenza che
al 90% di questa gente ormai i rally interessano poco ed è una
sofferenza portare a termine ogni gara. Non si sta puntando
sull’utilità commerciale dei rally ma solo a spuntare un
budget per tirare avanti fino al giorno dopo.
D'altronde in un paese dove
il governo stanzia 1.000 miliardi di vecchie Lire per salvare
il calcio o meglio due squadre di calcio non si può sperare
molto di più e le imprese della Ferrari ti sono propinate in
ciclostile come prima notizia del TG prima ancora della guerra
o dei gravi problemi che ci sono adesso per renderci tutti
delle belle pecorone con la sciarpa e la bandiera in modo da
scordare le nefandezze di questo mondo e le male gestioni di
cui siamo vittime tutti i giorni.
foto Massimo Bettiol
 |