Dall’altra
parte, a pochi metri gli uomini della TRICO iniziavano a
smontare il tendone nero mettendo i ferri pigramente nelle
cassette, Giandomenico si era fermato sulla ps 4 , uno sporco
improvviso aveva fermato la sua inimitabile cavalcata
consegnando di fatto il tricolore all’uomo Subaru-Aimont.
In quel preciso momento finiva il CIR 2004 uno dei campionati
più belli della storia dei rally italiani.
Il vincitore,
Andrea Navarra ha dimostrato ancora una volta di essere un
uomo da campionato, imbattibile sulla terra e affidabile
sull’asfalto, non ha mai sbagliato un colpo e anche qui a
Sanremo non si è fatto impaurire dal turbinio creato dai super
1,6 che ronzavano inferociti davanti a lui, ha mantenuto il
suo ritmo di gara ed è giunto alla meta senza nemmeno faticare
troppo, hanno pensato a far tutto i suoi avversari, pressati e
costretti a vincere per poter sperare ancora di portarsi a
casa quello che ormai era il suo titolo.
Certo che lui
sarebbe davvero un uomo da mondiale, ne sono convinto, ma non
tanto per la sua ottima prestazione al rally d’Italia dove ha
sicuramente ben figurato, e dove comunque non poteva fare di
più con una macchina pur ottima ma sicuramente inferiore a
quelle del WRC, ma per la sua affidabilità. Il fatto che ormai
non sia più un giovincello e che non conosca bene le gare del
WRC lo mettono purtroppo fuori discussione, il fatto che
arditi manager impongano lattanti come seconde guide a certe
squadre è altrettanto fuori discussione “Impareranno” dicono…
si impareranno… ma quando! Non è forse meglio prendere un
pilota che ha già imparato almeno a guidare e a stare in
strada? Nel giro di un anno o due Andrea potrebbe essere
competitivo in almeno 8-10 gare e nel giro di due anni
potrebbe essere competitivo in tutte e quindi in grado di
portare punti sempre, perché a differenza di molti altri
piloti lui le gare le finisce e bene. Sono convinto che
sull’asfalto non sfigurerebbe anche perché poi di asfaltisti
puri ormai in giro non ce ne sono più e anche i francesi più
incalliti (Panizzi) si sono convertiti alla terra. A
Montecarlo per esempio me lo giocherei nei primi, Acropoli,
Turchia, Cipro, Argentina, Italia, Giappone, Messico potrebbe
andare a podio, Corsica e Spagna ancora e allora ?
Già… e allora?
Forse avesse trovato un budget per fare il PWRC le cose
sarebbero andate diversamente, forse fosse nato nel paese dei
mille laghi ora avrebbe vinto tutto, forse, forse…
Ma se non gli diamo la macchina come faremo a saperlo?
Già è stata un’impresa farlo correre in Sardegna figuriamoci
per il resto, i costi sono proibitivi e le vetture clienti
sono dei bussolotti che spesso non fanno nemmeno i tempi dei
gruppi N la terza macchina è stata abolita, le squadre povere
hanno dichiarato bancarotta e allora?
Come sempre resta il rammarico di dire “Potremmo esserci anche
noi” ma noi non ci siamo.
Da noi non esistono manager, eppure abbiamo insegnato al mondo
intero come fare i rally, disgregata la squadra Lancia
l’Italia è diventato il paese dei tira a campà e nessuno o
quasi conosce il mondiale e i suoi meccanismi, ognuno tira
l’acqua al proprio mulino e buonanotte, anzi c’è di peggio si
cerca in tutti i modi di screditare chi il proprio lavoro lo
fa e con successo, che brutta cosa l’invidia, soprattutto in
mano a certi personaggi che hanno fatto della maldicenza il
loro cavallo di battaglia.
I finlandesi, gli spagnoli, gli svedesi e ora perfino gli
inglesi si sono organizzati noi no.
Qui si va troppo a simpatie e antipatie, piuttosto che dare in
mano un’iniziativa a qualcuno si fa a meno di farla,
rendiamoci conto che la gente capace c’è anche in Italia anche
se sta fuori dal recinto e non porta la giacca blu o si
inchina al passaggio del tal personaggio o presunto tale.
Non siamo più nel medioevo cari signori. SVEGLIA!
Tornando alla
gara di Sanremo bisogna dire che è sempre bellissima e
difficilissima, alla fine l’ha spuntata Renato Travaglia con
una bellissima cavalcata e trilling nel finale, le gomme
Michelin sicuramente hanno fatto la differenza senza togliere
nulla a nessuno ma ho avuto la sensazione che i Pirellini
fossero in netta difficoltà.
Giandomenico Basso dopo un inizio fantastico è piombato in uno
sporco inatteso e l’ha tirata contro il muro, peccato… ma la
palma del più veloce, anche se conta poco la porta a casa
sempre lui, scaricato due anni fa e tacciato di incapacità
assieme a Gigione Galli si è risollevato dalle sue stesse
ceneri ritornando alla ribalta e ricordando ai “tecnici” che
lui in macchina ci sa andare davvero, che le chiacchiere gli
interessano poco e chi non gli ha dato la macchina due anni fa
per il mondiale se ne sarà sicuramente pentito e se ne
ricorderà guardando i tempi nelle notti insonni.
Bellissima gara anche per il giovane Franchino Cunico che alla
veneranda età di 50 meno 3 lotta fino all’ultimo per la
vittoria, tirando fuori dal cilindro un tampone sull’ultima
prova, accidenti che fenomeno… Per lui il mondiale ormai è
cosa passata da quando litigò con Malcom Wilson, ma la sua
longevità e caparbietà sono da ammirare, prevedo che lo avremo
in mezzo ai piedi per chissà quanto tempo ancora (e ben venga
si intende) quasi quasi mi rimetto il casco anch’io… Uhm…
Scherzi a parte Franco ha fatto una delle più belle gare degli
ultimi anni “Più di così non va” esclamava così come l’altro
senatore dei rally Piero Liatti, lamentava una coppia troppo
alta e una certa difficoltà ad uscire dalle curve “Ma in
discesa mi fa divertire un mondo” replicava Wanda Geninatti e
silenziosamente guardava le gomme.
Pensavo ai giovani, ma anche i vecchi se la cavano bene, che
senso ha mettere su un WRC uno di 18 anni se poi uno di quasi
50 va ancora come un treno, meglio andare per gradi forse, qui
abbiamo ancora in giro tale Piero Liatti per esempio che di
mondiale se ne intenderebbe ancora, che facciamo lo buttiamo?
La
rivelazione del rally è senza dubbio Alex Perico terzo
assoluto a meno di un minuto dal primo al suo esordio nel CIR,
cose da non credere, adesso andate pure a dire che ha provato
da sei mesi e che ha la macchina sporca mi raccomando!
Dopo aver dominato il TIR si è timidamente affacciato alla
gara di Sanremo facendo una figura egregia, non ne avevo
dubbio, ma la tensione della lotta contro i big può anche
giocare brutti scherzi, lui invece non ha fatto una piega e ha
puntato dritto al bersaglio colpendolo in centro.
Bravissimo!
Alex è un giovane da tenere d’occhio e cerchiamo di non farci
scappare anche questo per favore, oppure di fargli fare la
solita anonima fine. In realtà non è vero che non c’è nessuno
che va forte in Italia e ci sono anche i giovani a quanto
pare: Scorcioni, Bettega, Scandola, Perego e molti altri che
nel caso qualcuno avesse dei dubbi può sempre farmi un
colpettino di telefono…
Purtroppo stiamo sempre a sperare che nasca un altro Zanussi
ricco e veloce e magari diamo le macchine a mediocri
chiacchieroni che poi alla fine si lamentano di tutto senza
mai fare un tempo.
Un discorso a
parte merita Patrizia Sciascia che ha fatto una gara stupenda,
prendendosi il lusso perfino di lanciare coriandoli nei
tornanti (se ti rivedo!!!!)… Si parla insistentemente in
Subaru di fare una vettura per un equipaggio femminile e
sinceramente non vedo altre titolari se non la simpatica e
semplice Patrizia, penso che Zambelli Rain con la sua
competenza non si lasci sfuggire questa occasione anzichè
magari far posto a due veline che sicuramente potranno fare
immagine ma poi intaseranno le speciali, provocando le ire
degli appassionati e di chi gli parte dietro.
Sicuramente non è una bella immagine commerciale vedere la
propria vettura raggiunta in prova da quella della
concorrenza, con questa filosofia la Mouton non sarebbe mai
nata, e Michelle ne ha fatta di pubblicità all’Audi.
Le forature
hanno fatto strage in questa gara, Andreucci, Rossetti,
Dallavilla, Longhi sono stati i più penalizzati.
Luca stava per mettere le mani sul piatto d’oro quando a sette
km. dalla fine una ruota si è malamente sgonfiata facendolo
retrocedere al quinto posto. “Cose della vita” che però se non
succedono è meglio, Luca ha raggiunto un ottimo livello
tecnico lavorando metodicamente su se stesso e la vettura ora
è molto performante, la vittoria deve per forza arrivare
presto, lui ha la testa giusta anche se mette la bandana e gli
occhiali che non piacciono a qualcuno dei soliti citati prima.
Paolo ha sfoderato la classe di sempre ma anche lui ha dovuto
fare i conti col malefico crick nelle prime prove, la mia
impressione è che le gomme non siano state all’altezza e basta
guardare i tempi per capirlo. Il primo Pirelli era Perico con
le gomme clienti…
Capita anche questo, si vince e si perde e Paolo questo lo sa,
non ha fatto una piega e ha terminato la gara come se niente
fosse, d’altra parte che dovrebbe dimostrare ancora Ucci?
Un po’ sottotono il Dalla che come tempi non ha impressionato,
nonostante sia un gran lottatore ho l’impressione che dopo la
prematura foratura e relativo cambio di gomma in prova abbia
un po’ mollato la lotta, capita anche questo nei rally, lui
quest’anno credo abbia il record di forature.
Pierino Longhi ha bucato anche lui quando ormai sembrava fatta
di finire dietro a Navarra, cambiata la ruota in prova e addio
a 4 minuti, Piero comunque è un bel personaggio, anche se gli
è mancata la vittoria quest’anno è un pilota completo e capace
di ottimi risultati e ha un carattere incredibilmente
piacevole.
Peccato per Ago che ha rotto la turbina quando non stava per
niente lontano dal duo di testa del gruppo N, anche le
Yokohama non vanno poi così male come dicono, altrimenti come
uscirebbero quei tempi? I casi sono due o andavano bene loro o
andavano male anche tutte le altre…
Il mare
continua il suo eterno movimento e anche il CIR 2004 va messo
presto nei cassetti dei ricordi e sarà ricordato per essere il
secondo campionato perso dalla Fiat dopo quello del
lontanissimo 1981, onore ai vincitori e onore anche agli
sconfitti, le gare sono belle se sono combattute e quando si
combatte anche chi perde ha onore.
Quest’anno pietre e chiodi sono rimasti negli armadi, forse
qualcuno ha capito che questo fa male alla specialità e basta,
speriamo bene!
La CSAI con i suoi pregi e difetti ha saputo organizzare un
campionato degno di una nazione come l’Italia, combattuto e
ricco di motivi di interesse, non resta che continuare su
questa strada facendo tesoro delle esperienze maturate in
questa stagione per migliorare ancora la specialità, i rally
devono vivere, chi non è interessato a farlo ci lasci perdere
per favore…
foto Massimo Bettiol
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