La prima volta che lo vidi, meno
di un paio di anni fa era al suo compleanno, compiva 18
anni, la magica età che tutti gli adolescenti aspettano come
una svolta nella vita.
Sua sorella Ylenia che mi aveva invitato, mi aveva pregato
di far venire qualche pilota locale per festeggiare i 18
anni del fratellino e così ci trovammo con un po’ di piloti
che provavano più o meno regolarmente il Bassano, in una
pizzeria a festeggiare questo ragazzino appassionato di
rally.
Lui aveva fatto qualche gara, quelle sui piazzali dei
supermercati che si possono fare anche senza la patente e
Ylenia era molto orgogliosa, diceva che andava molto forte,
ma come sempre il “forte” è sempre relativo al paragone che
si ha davanti, per cui non me ne interessai più di tanto già
molto occupato nella veste di novello Don Bosco a badare a
molti altri bimbi più o meno veloci o discoli.
Sinceramente quando lo vidi non è che restai impressionato,
nulla a che vedere con la faccia da Killer di Gian Basso,
oppure con l’occhio infuocato di Navarra oppure con la
professionalità di Ucci, la follia di Aghini… nulla…Sembrava
quasi un ragazzino scappato dal seminario giusto in tempo
per fare la festicciola e poi rientrare chiedendo scusa al
priore.
“Questo mi pare il solito piega-valvole” pensai, e promisi
ad Ylenia che appena avrei potuto gli avrei dato un occhiata
con la telemetria, più per farla contenta che per altro.
Me ne scordai appena fuori dalla porta, non per cattiveria
ovviamente, ma per un fattore fisiologico di memoria “too
busy” che purtroppo mi accompagna ormai da tempo.
Le tracce di Eddie sparirono nel nulla, anche se qualche
volta la povera Ylenia mi telefonava per sentire consigli su
come lanciarlo nel mondo dei rally.
“Cosa vuoi fare Ylenia, qui se si hanno dei soldi si corre
se no è praticamente impossibile, non conosco in questo
momento un sistema per far correre qualcuno senza il budget
necessario”
La misi in guardia, perché lei partì a spada tratta decisa a
far sfondare il fratellino costi quel che costi.
“Bisogna fare del tirocinio, correre, imparare le gare, ci
vuole tempo e soldi e poi occhio ai vampiri, ce ne sono in
giro che neanche te lo immagini”
Non la vidi più, forse la spaventai a tal modo che si
rivolse altrove, d’altra parte illudere qualcuno che il
mondo sia fatto di gentiluomini non è mai stato il mio
forte, ma lei non sparì si diede da fare da sola, supportata
solo dalla sua passione.
“Ecco vediamo… la Clio di
Eddie Sciessere entrare nel Kartodromo….. “ La voce di Beppe
Macchi mi fece fare un salto sulla transenna sulla quale ero
appollaiato che mi caddero le patatine faticosamente
guadagnate con una coda biblica al “chiringuito”, presi in
mano l’elenco degli iscritti e guardai rapidamente ancora
con la bocca piena, era davvero lui!
Mi trovavo alla prova spettacolo del 1000Miglia in compagnia
di Germano Bollini per seguire l’avventura di Daniele
Ceccoli nella gara bresciana.
Lo guardai con attenzione e rimasi colpito dalla grinta e
dalla cattiveria che il giovane ci metteva, ogni tanto
andava lungo, ogni tanto stava di qua anziché di là, poi la
macchina gli scappò via in una chicane che immaginai la fine
e quasi chiusi gli occhi, invece lui la riprese senza
nemmeno fare una grinza e senza nemmeno perdere del tempo.
“Interessante sto qui…” Ma nessuno nemmeno si girò a vedere
che dicevo.
Andai al parco il giorno seguente e lui quando mi vide
arrossì.
“Si beh… sto andando benino, non conosco le strade è il
primo rally che faccio….”
Si però il bimbo era nelle zone altissime della N3 e per un
debuttante non è che sia facile.
Si ritirò perché gli venne un emorragia dal naso quando
mancavano tre prove alla fine, ma i tempi che fece segnare
furono molto interessanti.
“Fatti vedere quando hai voglia” Gli dissi prima di tornare
a casa.
Non passò neanche un giorno che già era da me. Iniziammo a
lavorare, una sola giornata dove misi a posto le cose più
importanti, le basi.
Dopo due ore che ci eravamo lasciati una telefonata, era
eccitatissimo, quasi non riusciva a parlare “Vittorio,
Vittorio, la strada che faccio sempre con il mio muletto…..
sono due km. ho tirato giù due secondi a guidare come dici
tu…Grazie, grazie”
Lui non ha possibilità economiche, la sua è una famiglia
modestissima con una grande passione, ma non potrebbe mai
sopportare la spesa nemmeno di un piccolo rally e per farlo
correre a Brescia Ylenia aveva tirato fuori tutti i suoi
risparmi e anche di più.
Poi Munaretto incuriosito dal “fenomeno” gli diede una mano
e corse a San Marino dove però ruppe il motore subito
tornando a casa avvilito.
Gli ultimi soldi a budget vennero spesi per fare il San
Martino di Castrozza con una Clio A di Balbosca.
La gara fu molto positiva anche se perse del tempo qui e là
chiuse al 15° assoluto mi pare, però lo vidi passare un paio
di volte e mi convinsi sempre più che il ragazzo ci sapeva
fare.
Ne parlai ancora a Germano Bollini che mi guardava da sotto
gli occhiali sorridendo “Guarda che è uno che va forte se
puoi dagli una mano” e organizzammo un incontro per
farglielo conoscere.
Nel frattempo i soldi erano ampiamente finiti e di trovarne
non se ne parlava, soliti infami discorsi “quest’anno no,
provi a passare il prossimo ecc.”
Germano gli dette a sorpresa la sua macchina, una EVO 6 per
fare il 7 Comuni e nonostante dei problemi elettrici fece
dei tempi di tutto rispetto.
“Sai che Eddie va davvero forte ?” Mi disse Germano al
telefono.
Mi fece davvero felice.
“Vieni su che facciamo ancora un’altra mezza giornata di
scuola”
Due passaggi lenti per studiarsi alcune cose e poi mi stacca
un 1.09.490 che batte di un secondo e mezzo il record di sua
maestà Gian Basso vecchio di un anno e mezzo. Ora stiamo coi
piedi per terra, la macchina ha subito delle evoluzioni, le
gomme non sono le stesse ed è sempre arduo fare paragoni a
distanza di tempo, ma non è che quelli che avevano girato
pochi giorni prima di lui o pochi giorni dopo abbiano
avvicinato il record e queste persone sono molto ma molto
quotate.
Indipendentemente dal fattore tempo che lascia sempre
milioni di dubbi e di discussioni per farlo ci vuole manico
se no non si fa e basta, questo è un fattore innegabile
invece, e poi il fatto che lo abbia tirato fuori subito è
estremamente positivo.
Provo un giro io per rendermi conto, cerco di guidare meglio
che posso ma vedo che non si sta in strada, si scivola
terribilmente mentre al suo fianco non me ne ero accorto,
schiaccio il fine prova un po’ in ritardo e poi mi butto sul
PC a vedere il risultato.
Il mio è un secondo più alto ma togliendo il pezzo in cui ho
schiacciato in ritardo è perfettamente uguale al suo al
millesimo. Cose da pazzi penso! Più di così su questa strada
non si può fare, ma la sorpresa più grossa ce l’ho quando
analizzo bene i dati.
Io non abbasserò mai più quel tempo, i miei dati sono al
limite… Lui ne ha ancora per almeno un altro mezzo secondo o
più, si tratterà di lavorarci sopra un po’ con calma.
Mentre lui guidava però, io stavo a fianco e come sempre
guardavo la sua faccia, lì ho visto l’occhio assassino di
chi sa andare davvero…
L’inverno si avvicinava
come sempre minaccioso e i budget restavano a zero, le
speranze di vedere Eddie su una macchina da corsa si
affievolivano sempre più, Ylenia mi chiamava diverse volte
disperata, anche io mi metto a tartassare gli amici per
cercare di aiutarlo, mi piacerebbe portarlo a fare delle
gare del mondiale per farsi esperienza, cerco inutilmente
dei soldi che quasi ad un certo punto sembravano sbucar
fuori, ma nulla. Eddie è ancora piedi.
All’annuale pranzo di RallyLink lo porto con me e lì
troviamo anche Germano.
“Ti faccio fare il Trofeo Subaru” Eddie quasi scoppiò in
lacrime.
Germano da grande imprenditore dei rally ha ritagliato un
budget e assieme all’entusiasmo della famiglia Scandola,
appassionatissimi nonché coinvolti al massimo nelle corse
con una dinastia che si perpetua e della Abaco motori è
uscito dal cilindro un programma che può permettere al
giovane vicentino di mettersi veramente in luce.
Eddie non ha atteso un secondo a portare a casa il primo
posto nella prima gara del Trofeo, probabilmente tranne me e
Germano, nessuno se lo sarebbe aspettato, che il timido
bimbo alla quarta gara della sua vita e per la prima volta
che si sedeva su di una vettura del genere piazzasse anche
un 4° tempo assoluto e vincesse alla grande una gara
piuttosto anomala e difficile.
Cosa diventerà Eddie nessuno può dirlo, dipenderà da molte
cose e non solo da lui, ma il suo sogno intanto si è
avverato…
Buona Fortuna piccolo…
foto Massimo Bettiol
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