Questo è il
fascino delle Olimpiadi, una manifestazione dove vincere è
lo scopo per cui un atleta imposta la sua vita, un prestigio
ineguagliabile nello sport che non ha pari e che può
cambiare la vita di un atleta per sempre.
“Ho vinto
una gara come tante altre “ dichiarava timidamente Enrico
Fabbris ieri sera ai microfoni dei cronisti che lo hanno
inseguito fino a casa sua “Non c’è niente di diverso dalle
gare che faccio ogni domenica” insisteva sottolineando che
lui corre ogni domenica o quasi e vince pure senza che
nessuno si interessi minimamente a lui.
Già in effetti io che abito a soli 8 km. da lui non avevo
mai sentito parlare di questo grande (in tutti i sensi)
concittadino, lui corre ogni domenica e nessuno lo sa, siamo
troppo occupati a sentire del perone di Totti o delle
imprese del rosso calzolaio che con l’orgoglio nazionale
chiamato Ferrari polarizza ogni notizia sportiva in campo
automobilistico sia che corra o vada maldestramente a
sciare.
Ma allora perché ad un tratto ci accorgiamo che esistono
anche gli altri?
Perché il demone mediatico ogni quattro anni si occupa anche
di questi poveri diavoli, che nella loro vita hanno scelto
di non giocare a calcio, ma bensì di pattinare o di sciare o
di giocare a Curling oppure a Hockey su ghiaccio.
E’ fantastica l’Olimpiade è una licenza, uno spettacolo che
solo ogni quattro anni ci viene concesso dai poteri
mediatici proprio per la sua singolarità ed allora si scopre
che il mondo è diverso da quello che ci mostrano in
continuazione e che ci sono atleti molto bravi che corrono e
soffrono in silenzio pagati zero, ma che valgono ORO.
Di solito per la massa è molto più importante il Grande
Fratello, la Fattoria o peggio l’Isola dei famosi che
vengono proposti in continuazione rasentando davvero il
grottesco della messa in scena, della volgarità della
stupidaggine e diseducazione, ma lo sport, lo sport vero ci
viene negato. Guai ad uscire dagli schemi, dagli ordini
impartiti, dalle esigenze di mercato che loro stessi hanno
creato inculcandoci nella testa 24 ore al giorno le stesse
cose fino a condizionare le nostre scelte e le nostre
passioni.
Alla domenica pomeriggio se accendete la Tv ci sono almeno
due canali che trasmettono calcio senza nemmeno far vedere
un’immagine delle partite, inquadrano solamente i cronisti…
Beh poi dicono che il rally non è televisivo… Non capisco
proprio…
Appena finiscono le partite poi, su tutti i canali esistenti
non fai altro che vedere i goals fatti rifatti e ripetuti
fino alla nausea, ma pensano di aver a che fare con dei
deficienti? Non è che per caso potete farli vedere su una
rete e basta? No, ti massacrano fino a che spegni la Tv
dalla disperazione, non è possibile, non esiste altro, che
tristezza.
Non trovo assolutamente giusto che di certi atleti ci si
ricordi solo se vincono l’oro alle Olimpiadi e poi, prima e
dopo vengano lasciati nel buio da cui sono emersi solo per
un giorno e che per campare costoro poi siano costretti ad
arruolarsi nella Forestale o nelle fiamme Oro mentre il più
sfigato giocatore di serie C1 guadagna cifre paurose al suo
cospetto, “c’est la vie” e “la vie” pare alquanto ingiusta
in generale…
Non
parliamo poi del nostro sport, ci fosse un Italiano che
vince nei rally? Ah demonio! Tu che ruberesti gli sponsor al
calcio e alla F1 pretenderesti anche di avere dello spazio
in televisione? No neanche parlarne, anzi di rally parliamo
solo se c’è qualche incidente così tutti vedono che pericolo
pubblico che sei, i giovani all’uscita delle discoteche ti
emulano (senza minimamente sapere chi sei per la verità) e
si uccidono con le automobili, spirito di emulazione, i
rally vanno vietati, tutti allo stadio a picchiarsi che è
meglio!
A chi interesserebbe sapere che tal Gigi Galli ha vinto un
rally mondiale, magari con la Mitsubishi?
A nessuno ovvio, anche perché si potrebbero distogliere dei
potenziali spettatori ad altri programmi o sport, si farebbe
pubblicità ad una casa automobilistica che non spende niente
nella Tv e che se ne frega dei giornalisti, nemmeno
invitandoli a mangiare un panino ogni tanto.
Ricordo ancora come fosse adesso il giorno in cui Liatti
vinse il Montecarlo, sapete che fecero vedere in TV? Munari
con la Fulvia e Biasion con la Delta per tutta la durata del
servizio, dicendo che era il terzo italiano a vincere la
gara monegasca dopo i leggendari trionfi appunto di Munari e
Biasion, tanto che mia mamma passando davanti alla Tv disse
“Ma guarda che bravo Munari ha vinto ancora nonostante
l’età”.
Ora dopo
quasi dieci anni le cose sono cambiate ancora in peggio e il
mondiale non è più in mano alle case ufficiali che possono
spendere dei soldi per pubblicizzare le loro vittorie, ma
bensì a degli affitta-macchine che non vedono l’ora di
caricare a bordo qualche pilota ricco, che vada forte o no
chi se ne frega l’importante che paghi bene, tanto anche se
vince che cosa vincerebbe? Niente perché il mondiale rally
ormai è ridotto ad una sagra paesana in cui si corre
dappertutto e ogni domenica o quasi, alla fine anche i più
incalliti come me iniziano a dimenticare chi ha vinto
l’ultima gara, tanto appena ti giri in un attimo ne hanno
fatte altre due. Non capisci più chi va forte e chi va
piano, chi si ferma o chi ritirandosi due/tre volte finisce
lo stesso a punti, il sistema del punteggio premia chi
arriva e non chi vince, le gare sono cortissime durano un
baleno e finiranno molto presto negli stadi, che pur non è
una brutta idea però va presa con attenzione per non
snaturare ancora di più la specialità, insomma i rally sono
cambiati troppo velocemente e stanno perdendo del tutto la
loro identità.
Vincere pare non interessi più a nessuno, basta far
partecipare una vettura che vada abbastanza forte e poi gli
allocchi con strane bandiere sui finestrini arrivano e
pagano per correre, lo sport non esiste più, c’è poco da
ridere. Uno si fa un mazzo della Madonna nello JWRC o nel
PWRC per cercare di diventare qualcuno e poi, dopo aver
speso 100.000 Euro per gara te ne chiedono di sommarne altri
250.000 per continuare a giocare (e per fare 16 gare il
budget è pauroso). Ma vale davvero la pena ad oggi cercare
la strada del professionismo? Neanche un po’, a questo
punto, ad un pilota forse conviene spendere dei soldi per un
master sulle regole fiscali delle isole Cayman oppure di
Malta, Cipro o Montecarlo e mettersi a cercare degli
sponsor, poi alla fine correre è il meno, tanto a questo
punto tutto si compra. Siamo piombati nel medioevo e solo il
massiccio intervento delle case ufficiali (che dubito però
si realizzi presto) potrebbe sbloccare la situazione
tornando a dar valore commerciale alle vittorie.
D’altro canto non è che si pretende che Wilson o Richards ci
rimettano di tasca propria per far correre la gente, però
dopo essersi impadroniti della televisione ora hanno anche
debellato la concorrenza per cui questi due signori sono i
padroni assoluti della specialità in questo istante.
Nessuno ha capito bene come sia nata l’idea della super 2000
e perché sia al momento tenuta così in disparte, nessuno ha
capito bene come mai Regis se ne sia andato così di fretta,
mi sa che è stato un tentativo di golpe fallito, gli inglesi
hanno ancora una volta vinto la loro battaglia, mantenendo
il turbo delle WRC giapponese contro l’aspirato europeo,
questo è il succo del problema. Bisogna valorizzare i
campionati, fare in modo che chi vince vinca qualcosa di
reale e di prestigioso così com’era un tempo, in modo che le
case o le scuderie abbiano interesse a vincere e non solo ad
affittare le macchine, quelle devono essere delegate a team
secondari.
E pensare che fino al 2003 avevamo tutto questo, poi
improvvisamente via le tre macchine per team, via questo,
via quello fino al risultato finale, gli inglesi sono
rimasti praticamente da soli e finalmente hanno le redini in
mano, la stessa cosa che successe nell’87 dopo l’abolizione
dei gruppi B. la Lancia restò praticamente da sola a marcare
mondiali su mondiali, per fortuna che c’è ancora Loeb a
contrastarli, vuoi vedere che riusciranno a perdere il
mondiale anche quest’anno? Sarebbe da ridere.
L’Olimpiade
lascia sempre un segno incredibile nei veri sportivi e
quando un italiano vince l’oro è come se ognuno di noi lo
vincesse con lui, le sue emozioni diventano le nostre
emozioni in un momento indimenticabile per tutti. Questo è
il fascino dei Giochi Olimpici.
Fosse per me farei un’olimpiade dei motori, ogni quattro
anni, con tutte le specialità motoristiche radunate in 15/20
giorni di puro spettacolo, sarebbe sicuramente una
manifestazione incredibile dove chi vince vincerebbe per il
prestigio e dove le case pur di vincere si sfiderebbero
all’ultimo respiro con i migliori piloti in gara. Che sogno
sarebbe, ma vuoi che non ci abbiano mai pensato? E si che
sarebbe un Business enorme, molto meglio che affittare
macchine.
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