"“Signori!
Prendo atto ed espongo alla signoria Vostra che non abbiamo
capito un Kaiser, con tutto rispetto per re Guglielmo II”.
“Oggettivamente mi sento di proferire che la formula mille
piste …”
“Non azzardarti a nominarla per carità” Sobbalzava il
presidente sulla sedia risvegliandosi da un torpore che
sembrava irreversibile.
“Il primo che mi nomina quella immonda idea di quel tonto con
la camicia blu lo faccio salire in auto con Freddy Loix e lo
mando giù per il Langan… C’è gente ancora in giro per la Nuova
Zelanda, altro che nuovi rally, ci hanno preso per il culo in
tutto l’universo…SHUT-UP”
Il silenzio regnò per alcuni minuti fino a quando l’esponente
della Zambia chiese la parola.
“Mi rendo conto eccellenza che detta formula è stata una
schifezza e mi rendo anche conto che in una terra
rallysticamente evoluta come quella del paese che qui
rappresento, detta formula che non nomino per non incorrere
nelle Vostre ire possa essere applicata per i rally-sprint o
per la sagra del vin bianco o al massimo all’adunata degli
alpini, ma insisto anche supportato dai miei colleghi che è
ASSOLUTAMENTE necessario modificare la tipologia del
campionato del mondo.
Abbiamo troppi piloti e troppe case, dobbiamo assolutamente
fare qualcosa.
Perché dobbiamo far correre per esempio tre macchine ?
Ma lo sa Signor Presidente che è pericoloso ?
Al massimo potremmo fare in modo che chi si ritira può
rientrare in gara prendendo una ridicola penalità pari ad una
foratura e così ricicliamo un pilota per tutta la gara
evitando di pagarne un altro tanto gli spettatori non
capiscono niente, che ne pensa ?
E poi Signor Presidente… ha mai visto quanti meccanici in giro
? Ma lo sa che mangiano anche due volte al giorno?”
Il presidente risvegliatosi del tutto dal torpore che lo aveva
ormai sopraffatto ascoltava attentamente.
“In effetti il meccanico che mangia due volte è una cosa
assolutamente da evitare i costi potrebbero lievitare fino ad
impazzire mettendo a repentaglio la nostra idea di alternare
il campionato del mondo alla messa del fanciullo che si
celebra ogni domenica, quindi propongo e approvo di mettere ai
meccanici un marchio a fuoco sulla schiena in modo da poterli
riconoscere facilmente e di non superare il numero di quattro
per macchina, così imparano… a cambiare un cambio in 25
minuti.”
L’applauso fu
scrosciante e rimbombò per lunghi minuti nell’immenso palazzo.
“Signor
Presidente, “ Ora era l’esponente del Burundi che prendeva la
parola.
“Volevo richiamare la Vostra attenzione sulla questione
spinosa dei ricognitori, quei pazzi scatenati che passano come
dei folli prima della prova e poi mandano le correzioni delle
note ai piloti, permettendo a quest’ultimi di non uccidersi in
prova speciale.”
“Come Lei sa un ricognitore può costare anche 50.000 Euro
all’anno alla casa che li fa lavorare, tra stipendio (misero)
e rimborsi spese. Io propongo di ABOLIRE questa ignobile spesa
in modo che il vero rischio padroneggi la specialità, i piloti
devono essere paragonati ad indomiti cavalieri che sfidano la
morte (tanto anche se muoiono si rimpiazzano subito) testando
nuove tecnologie di resistenza passiva delle vetture, contro
alberi, parapetti, rocce… Non può avere idea Signor Presidente
quanto possa giovare ad un costruttore mostrare su tutti i
giornali la propria vettura accartocciata contro un albero,
vettura per la quale si investono soldi a palate far vedere
quanto sia robusta all’impatto contro un albero è in questo
modo che attireremo i costruttori, mi creda”
Il presidente aveva gli occhi lucidi dalla gioia, i suoi
collaboratori stavano piano piano rivelandogli la vera strada
per cambiare la specialità.
“Bravi… Bravi” Ripeteva con entusiasmo.
“Signor Presidente! Chiedo la parola”
“Io avrei un’idea per risparmiare ancora dei bei soldi”
“Prego esponga pure…”
“Ha presente Signor Presidente quel salame che sta di fianco
al pilota a fare non so che ?”
“Ecco io avrei pensato con il dovuto modo di lasciarlo a casa,
i vantaggi sarebbero enormi, meno peso, nessuno che si fa male
se si sbatte a destra, stipendio risparmiato oltre che a voli
e rimborsi spese e rotture di zebedei ai service park dove a
costoro non va mai bene niente”
“Eh no, qui caro amico la faccenda è un po’ più complessa, non
possiamo farlo perché altrimenti i piloti si perdono in giro
per il mondo…non sanno nemmeno dov’è l’albergo”
“Beh ma almeno un risparmio lo possiamo fare, non mettiamo più
il loro nome sul vetro con i seguenti vantaggi:
1) Risparmio di lettere adesive e di relativo materiale.
2) Nel giro di pochi anni nessuno saprà chi sono per cui
quando verranno a battere cassa si potrà sempre dire: “Soldi ?
Tu ? Ma scusa… chi sei”
3) Possiamo rilanciare l’immagine del pilota creandone un
personaggio, a tal proposito abbiamo gente come Hirvonen che
possono fare il caso, belli affabili, veloci, il pubblico
impazzirà per loro, saranno la nostra risposta al motociclismo
e al loro Valentino Rossi.”
“Approvato, Approvato” Urlava il presidente “Bravi che idea!”
“E poi ….
Signori colleghi e Signor Presidente” Continuava imperterrito
schiarendosi la voce.
“E poi … IL CALENDARIO.
Si signori dobbiamo AGEVOLARE i costruttori, dobbiamo inserire
altre 25-30 gare alle 16 già esistenti. Solo così abbatteremo
definitivamente i costi e permetteremo di ammortizzare i
camion nel dovuto modo, inoltre faremo la dovuta concorrenza
alla parrocchia sotto casa impedendo alla gente di andare alla
messa del fanciullo e li costringeremo a guardare la TV.”
Guardate qui” urlava eccitato puntando il dito sulla grande
carta geografica appesa al muro.
Che c’è scritto qui?”
“M.E.S.S.ICO” Urlava sillabando le lettere. “BENE SIGNORI….
Ora guardate qui” diceva spostandosi dal lato opposto della
carta “ E qui cosa c’è scritto” NUOVA Zelanda…. Bene signori…
Calcolando che il mondo è rotondo è come se chiudessimo la
carta unendo i due lati… Per cui Il Messico e la Nuova Zelanda
sono ad un passo l’uno dall’altro e quindi concludo che è
DEMENZIALE fare il Messico e Poi l’Argentina ma dobbiamo fare
il MESSICO e poi la Nuova Zelanda SONO PIU’ vicine, inutile
buttare soldi per inutili viaggi turistici”
“Dobbiamo obbligare le case ad avere almeno DUE se non TRE
team che girano il mondo dobbiamo OBBLIGARE quei dementi che
partecipano al PWRC ad avere almeno due vetture e dobbiamo
obbligarli a fare tutte le gare altrimenti propongo di
restaurare quell’aggeggio che abbiamo in cantina da qualche
anno molto in voga durante la rivoluzione francese e tagliare
loro la testolina.”
“Ottimo ottimo” Urlava il presidente…
“Avete visto come abbiamo organizzato la Formula Uno ? Ditemi
che non è uno spettacolo ? Pensate che da quando abbiamo
organizzato in questo geniale modo i Gran Premi le azioni del
Valium e di altri sonniferi sono crollate in borsa e le
nascite sono aumentate del 12% ... Non è fantastico ?
Piloti di prim’ordine, macchine molto competitive tra loro e
soprattutto… il segreto della formula vincente… 25 meccanici
per fare benzinaaaaaaa ! Questo è sport.”
“Dobbiamo fare lo stesso con i rally, e qui siamo anche
facilitati, perché le gare vengono trasmesse a tarda ora e…..
ZAC il gioco è fatto”
La tenda che si era leggermente scostata ritornò al suo posto,
lasciando la scena così com’era e l’ombra che aveva assistito
a tutta la scena con un piccolo e goffo balzello saltò a
terra. Riprese il piccolo pechinese che aveva atteso
pazientemente il padrone e tornò a passeggiare lungo la Senna
in cui si rifletteva una stupenda luna d’argento.
Una lacrima
solcava la sua guancia mentre il piccolo cagnolino lo guardava
ballonzolando, i ricordi ingialliti e schiacciati dal tempo in
fondo alla sua memoria improvvisamente rivivevano, le bianche
sfide sul Turini , la sottile e fastidiosa polvere della
Savana africana, gli eterni rally di una volta riapparivano
improvvisamente come un fuoco quasi spento su cui si getta
della benzina e ancora… assistenze impossibili fatte da
meccanici onnipotenti, i fuochi delle migliaia di spettatori
accampati che la luce dei fari scovava dappertutto, risentiva
perfino la puzza di benzina e di freni come se fosse adesso
nell’abitacolo. Ora la lacrima era diventata un pianto
sommesso senza fine, una rabbia sommersa che usciva pian piano
dai suoi occhi stanchi ed arrossati, si appoggiò dolcemente
sul parapetto e guardando lontano verso quei ricordi mormorò
piano.
“Addio Rally…”
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