Ormai
iniziano ad essere troppi sinceramente, non ho più voglia di
urlare e di sgolarmi su argomenti trattati ormai decine di
volte e decine di volte lasciati dove sono per il mero
motivo che la politica deve fare il suo corso.
La Fia vuole dei cambiamenti e i costruttori non li
vogliono, i costruttori vogliono dei cambiamenti e la Fia
non li vuole, e avanti a giocare al bussolotto mentre la
gente si schianta sugli alberi.
Due anni fa quando fu deciso di portare il RAC (Galles
adesso) in settembre, un tale Carlos Sainz disse: Se non
piove è una gara molto pericolosa. Lo hanno ascoltato?
Neanche per sogno, immersi nelle loro manie di grandezza di
portare le gare a 24 di correre ogni domenica dappertutto
dove ci sia una strada non importa se dritta o storta, se ci
sono alberi o burroni, se le macchine sono dei petardi
lanciati a velocità pazzesche in strade ormai troppo piccole
per loro, Show Must Go On. E allora andiamo avanti, ma non
stupiamoci se queste cose accadono, fa parte del gioco e
così hanno scritto dappertutto Motorsport can be dangerous e
siamo apposto.
Ci sono delle gare “abbastanza” sicure e delle gare meno
sicure, ovviamente nessuna gara è sicura soprattutto se
viene affrontata a quelle velocità. Allora il rimedio è più
che semplice rallentiamo le strade e rallentiamo le
macchine, non vedo altre soluzioni. Gli incidenti mortali
sono tornati alla ribalta da poco tempo, quando i mezzi
hanno superato l’equilibrio con le strade e la capacità
umana di dominarle.
Basterebbe poco. Rallentamenti nei punti pericolosi,
riduzione della performance delle gomme, ormai troppo
veloci, via elettronica, più peso sulle vetture,
innalzamento dell’altezza minima sull’asfalto.
Come si fa ?
I percorsi devono essere visionati da una commissione di
esperti, con cura e nei punti particolarmente pericolosi
inserire dei rallentamenti, non le odiose chicane che
abbiamo visto tempo fa ma dei rallentamenti appena
sufficienti ad evitare la botta secca.
Le gomme devono essere di mescola dura per durare almeno 120
km di prova e mono- disegno asciutto o bagnato, tornare alle
gomme simili a quelle che si usavano negli anni ’70 con una
evoluzione per anno e molta deriva, spalla alta così si
privilegia lo spettacolo e si riducono i costi, una per la
terra e una per l’asfalto.
Le macchine aumentate di peso del 10-15% senza zavorra ma
con protezioni in più soprattutto sui lati. L’altezza minima
da terra per l’asfalto aumentata di almeno un cm. per avere
più rollio e diminuire quindi la velocità in curva.
In fin dei conti non ci vorrebbe molto a mettere in cantiere
anche solo alcune di queste modifiche e non mi si venga a
dire che le macchine sarebbero più pericolose, sarebbero più
lente e spettacolari e magari qualche spettatore si
riaffaccerebbe a vedere qualche numero.
Necessita fare un reset e ricominciare con regole nuove e
più umane, le macchine sono sfuggite di mano ai loro
costruttori e il minimo errore viene pagato caro, non
possiamo permettercelo perché la specialità è in pericolo e
di questo passo rischiamo di chiudere tutto.
Ovvio che nessuno sarà d’accordo perché tutti avranno un
interesse da difendere, ieri se non fosse stato per i piloti
e i costruttori la gara sarebbe proseguita come se nulla
fosse successo, per fortuna che non è stato così. Gli
organizzatori una volta rimosso la macchina e quel che
restava del povero Park hanno spedito gli apripista in
prova, convinti di far ripartire tutti…
Beh a me queste cose fanno ribrezzo, così come chi continuò
al Salento e avanti così.
Non si può far finta di niente!
Non si può dire “Beh è capitata a lui”
Certo che gli interventi da fare sono parecchi, ma bisogna
farli costi quel che costi, qualcuno dovrà rinunciare e
qualcuno sarà favorito ma non si può più andare al massacro
in questo modo.
foto Massimo Bettiol
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